Camminavano sulla Terra molto tempo prima che l’Uomo vi facesse la sua comparsa e ci saranno ancora quando l’ultimo essere umano non sarà che un ricordo.

Li hanno chiamati in molti modi: gli dei primevi, gli Antichi, ma per alcuni di loro c’è una sola parola che li definisce correttamente: demoni.

 

 

 

#53

 

RIFLESSI IN UNO SPECCHIO SCURO

 

 

1.

 

 

            Katherine Fraser non si accorge nemmeno di stare urlando. La sua mente si riempie di immagini: è su un campo di battaglia della Transilvania del 1459 quando il fendente di un soldato turco pone fine alla vita terrena dell’uomo chiamato Vlad l’Impalatore e sente tutto il dolore della lama che gli attraversa lo sterno e della vita che fugge via. È inginocchiata al posto di Frank Drake mentre il sole riduce in cenere la sua fidanzata Jeanie, mutata in vampira da Dracula, e sente le lacrime scorrere sul suo volto e la disperazione farsi strada nel suo cuore. È nella tomba con Hannibal King quando si sveglia e scopre con orrore di essere diventato un vampiro. È in pedi davanti ad una donna morta che sembra tanto lei stessa e prova una rabbia incontenibile mentre giura una sanguinosa vendetta sugli uccisori della moglie di Dracula. Prova tutta l’inadeguatezza di Frank Drake nel non sentirsi e all’altezza di una donna come Rachel Van Helsing. Sente la rabbia e la frustrazione di Hannibal King mentre lotta per non cedere alla sete di sangue. Vede campi di battaglia, stregoni maledetti, città scintillanti, vicoli maleodoranti. Vede cinque uomini e una donna determinati a liberare Londra dalla minaccia di un antico vampiro. Vede la loro fine e quella dei loro discendenti. Vede i discendenti di quel vampiro tentare di sbarazzarsi della sua scomoda ombra nelle loro vite. Sente più e più volte il dolore della morte e l’oblio che ne segue.

            Non si accorge di urlare ma lo fa.

 

            Negare che Arthur Holmwood, erede del titolo di Lord Godalming, sia attratto dalla ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi sarebbe negare l’evidenza e Angel O’Hara ne è sicuramente consapevole. Beh… non c’è nulla di male, pensa il ragazzo mentre sono seduti in un pub non lontano dall’università.

-Cosa sa di Lilith Dracula, Mr. Holmwood?- gli chiede Angel.

-Che è la figlia di Dracula, ovviamente.- risponde Arthur –C’è dell’altro da sapere?-

            C’è un tono provocatorio nelle parole di Arthur. Il giovane è chiaramente lusingato che la ragazza davanti a lui, che dice di essere una giornalista, si mostri interessata a quel che sa. Il problema è che lei non dovrebbe sapere che lui è uno dei cacciatori di vampiri riuniti da Frank Drake o che un suo antenato è stato uno di coloro che dettero la caccia a Dracula nel 1888 e che sono nominati nel famoso libro di Bram Stoker. Chi è veramente questa ragazza e cosa vuole?

-C’è molto, molto di più da sapere.- replica Angel O’Hara –Lilith non è divenuta vampira nei modi tradizionali ma per una maledizione lanciatale da una zingara: una maledizione per cui, tra le altre cose, non può essere uccisa definitivamente finché suo padre non lo è anche lui. E se dovesse essere uccisa, si reincarnerebbe in una giovane che anche solo per un secondo ha desiderato che suo padre morisse.-

            Allora è questo, pensa Arthur.

-Mi sta raccontando quello che è capitato a lei non è vero?- le chiede.

            La ragazza fa un sorriso disarmante mentre risponde:

-Esatto. Non le racconterò i particolari, non sono importanti. Le basti sapere che ad un certo punto io e Lilith riuscimmo a separarci ed ognuna riprese la propria vita… o non vita. Ma ora lei è tornata e minaccia me e mio figlio se non le obbedisco. Non voglio più farlo, mi serve aiuto.-

-Il mio? Difficile da credere.-

-Non potevo andare alla Polizia, Lilith l’avrebbe capito e avrebbe fatto del male al mio Teddy ma non immagina che avrei cercato te.-

            Questa storia ha più buchi di un formaggio svizzero, pensa Arthur ma non può permettersi di ignorarla, non se la ragazza può davvero portarli a Lilith.

            Mentre parlava Angel ha posato la mano destra sulla sua e gli ha sorriso. Arthur risponde al sorriso e replica:

-Posso portarti dall’Ispettore Capo Chelm, lui ti crederà e farà in modo di proteggere te e tuo figlio, Angel. Posso chiamarti Angel non è vero?-

            Lei sbatte gli occhioni e risponde:

-Ma certo Arthur.-

            Angel… un nome adatto a lei, pensa Arthur, ma sotto il viso di un angelo può nascondersi il cuore di un demonio.

 

            C’era un tempo in cui la razza umana doveva ancora nascere ed erano i grandi rettili a dominare la Terra… o almeno questo era quello che credevano.

            Mentre percorrono uno stretto cunicolo senza sapere cosa li aspetta in fondo, Blade ed i suoi compagni di sventura, che un varco spaziotemporale nel cosiddetto Triangolo delle Bermude ha sbalzato in un mondo non loro, sanno, però, che non può essere peggio di ciò che si sono lasciati alle spalle.

-Ascoltate!- esclama improvvisamente Donna Garth –Lo sentite anche voi?-

-Sì.- risponde Rebecca Adamson –Sembra una specie di musica.-

-E si sta avvicinando.- aggiunge suo fratello Jason.

            È vero, pensa Blade, ma cosa si sta avvicinando?

 

 

2.

 

 

            Per coloro che guardano la scena le cose non sono semplici da capire: Kate Fraser si aggrappa al polso di Dracula, poi entrambi gridano e la ragazza cade sul pavimento in preda alle convulsioni mentre il vampiro crolla in ginocchio.

            Rachel Van Helsing non sa cosa sta succedendo ma sa come approfittarne: con uno scatto felino si lancia verso la porta ed afferra l’ispettore Capo Chelm per il collo.

-State fermi o lo uccido.- minaccia.

-Non datele retta.- replica l’anziano poliziotto –Colpitela adesso. Sparate.-

            Ma l’istante di esitazione è fatale ai poliziotti che sono con Chelm: i loro occhi incrociano quelli della vampira un istante di troppo e cadono sotto il suo incantesimo ipnotico.

-Sì.- dice –Sparatevi tra di voi.-

            Ed è esattamente quello che fanno sotto lo sguardo agghiacciato di Chelm.

-Ed ora…-

-Uccidimi pure maledetta.- replica il detective sconfortato.

            Rachel lo solleva da terra con facilità poi, dopo un attimo di esitazione, lo lascia andare. Si volge verso Dracula che, ancora in ginocchio, si tiene la testa fra le mani mentre Kate Fraser si agita ancora sul pavimento. Avanza nella stanza poi ci ripensa.

-No.- dice –Non adesso. Aiuta la tua collega Chelm, noi la faremo finita un altro giorno,-

            Imbocca la porta senza che nessuno la fermi.

 

            Victoria Bentley si trovava nel bar dell’ospedale quando è cominciata l’invasione dei vampiri ed ora è seduta in un angolo ad osservare. Chi la vedesse e la sentisse mormorare a voce troppo bassa perché si odano le sue parole potrebbe pensare che stia pregando e non sarebbe troppo lontano dal vero anche se non è esattamente al Dio ed ai Santi Cristiani che si sta rivolgendo ma ad un altro genere di creature ultraterrene.

            Victoria è una maga, magari non molto esperta, ma pur sempre una maga. Il Dottor Strange, Mago supremo della Terra, le ha insegnato a coltivare le sue naturali affinità con le energie mistiche che permeano il nostro pianeta e che sono particolarmente forti nelle Isole Britanniche e l’ha addestrata nei rudimenti dell’antica magia tibetana. Sono proprio quelle forze che la giovane sta cercando di richiamare.

-Tu… cosa stai borbottando?- le chiede, avvicinandosi a lei una dei vampiri, una ragazza bruna con il volto attraversato da una ragnatela di cicatrici che ne deturpano il volto altrimenti bello.

            In qualche modo la vampira sente che quello che sta facendo Victoria è un potenziale pericolo per lei.

-Nulla.- risponde Victoria guardandola dritta negli occhi -Assolutamente nulla.-

-Non provare a mentirmi. Non ti permetterò di farlo.-

            Quello che accade prende assolutamente di sorpresa la vampira di nome Alice Hastings: le sue gambe si indeboliscono, le forze le mancano e non riesce a distogliere lo sguardo dagli occhi di Victoria.

-Cosa mi stai facendo?- urla.

-Io?- replica la ragazza alzandosi in piedi –Nulla, proprio nulla.-

            Victoria avanza ma improvvisamente qualcosa la colpisce alle spalle facendola stramazzare al suolo. Mentre cade ode una voce femminile dire:

-Andiamocene.-

-Ma…- fa per replicare Alice.

-Obbedisci.- ribatte l’altra con voce autoritaria.

-Io… va bene, mia signora.-

            Victoria perde i sensi e quando rinviene c’è davanti a lei l’Ispettore Chelm.

-Che è successo?- chiede la ragazza.

-Abbiamo fallito un’altra volta.- è la risposta.

 

            Escono finalmente all’aperto e quello che trovano è un panorama molto simile a quello che si sono lasciati alle spalle: vegetazione e foreste e qualche montagna all’orizzonte. Sono intrappolati milioni di anni prima della loro nascita senza possibilità di tornare indietro… in più di un senso perché c’è qualcosa alle loro spalle, qualcosa di terribile, Blade non ha bisogno dei sensi mistici di Marie Laveau per saperlo: è una sensazione atavica, una paura che fa parte di lui e di tutti gli esseri umani.

            Il cacciatore di vampiri guarda verso il cunicolo da cui sono usciti e lo sente: il lento e costante rumore di qualcosa che avanza senza fretta.

            Per la prima volta da che Blade lo ha incontrato il Golem parla:

-Dy Slʼang.-

-Cosa ha detto?- chiede istintivamente Blade.

-È Yiddish.- spiega Rebecca Adamson –Non lo parlo benissimo ma mi è parso che abbia detto. “Serpente”.-

Non solo “serpente”.- precisa Wayne Logan –Se non ho capito male, ha detto: “Il Serpente”.-

 

 

3.

 

 

            Il vampiro alza la testa e sul suo volto c’è un’espressione di assoluto sbalordimento.

-Dove sono? Che mi è successo?-

            L’Ispettore Capo Chelm lo guarda. Non sta fingendo, ne è quasi certo e del resto non sarebbe da Dracula un tentativo simile. Tuttavia meglio non correre rischi inutili. Gli tiene la pistola caricata con proiettili d’argento puntata dritta al cuore e si rivolge ai suoi sottoposti che stanno soccorrendo Kate Fraser e Constance Johansson:

-Come stanno?-

-L’ispettore Johanssen è solo svenuta.- risponde il Sergente Henderson -A parte un bernoccolo non sembra avere nulla che non va. L’Ispettore Fraser invece… non so: mi ricorda quando la trovammo in quella tomba.-[1]

            Chelm ricorda bene quella disgraziata circostanza: Deacon Frost l’aveva sepolta viva in una tomba del cimitero d Highgate e lo shock aveva lasciato Kate in stato catatonico per parecchio tempo. Volesse il Cielo che non fosse accaduto ancora.

-Kate!!- esclama Dracula con un’insolita ansia nella voce –Che ti hanno fatto?-

            C’è qualcosa nella sua voce, nel modo in cui parla che spinge Chelm ad esclamare:

-Drake?-

 

            L’Ispettore Capo Chelm riprende fiato davanti ad un’attenta Victoria Bentley dopo aver detto:

-E questo è tutto quello che è accaduto.-

-Interessante.- commenta la giovane maga –Così ad intuito, direi che quando Miss Fraser ha toccato Dracula i suoi poteri psicometrici si sono attivati e lei è rimasta sopraffatta dal flusso delle memorie di tre uomini in un solo colpo e di rimbalzo la personalità di Dracula è stata sommersa da quella di Frank Drake.-

-Durerà?-

Come posso saperlo? Sono una maga… e neppure tanto brava… non un’indovina. Posso vederlo?-

-Certo. Venga con me.-

            Le fa strada sino ad una stanza davanti alla quale ci sono due poliziotti in uniforme. All’interno la colpisce un sottile ma riconoscibile odore di aglio. Ce n’è una treccia sopra lo stipite della porta ed una alla finestra. Se ricorda bene, serve non solo a bloccare la strada ai vampiri ma anche ad inibire i loro poteri mutaforma. Seduto su una sedia con lo sguardo perso nel vuoto sta Dracula.

-Metta questa.- le dice Chelm porgendole una collana da cui pende una croce -Gli impedirà di assalirla.-

-Penso di cavarmela lo stesso, grazie.- replica Victoria.

-Qualche scrupolo religioso, forse? È Buddista o qualcosa di simile? Non penserà che la croce sia un simbolo idolatra da evitare, per caso?-

            Victoria sorride e replica:

-Nulla di simile. In teoria sarei una fedele anglicana ma l’ultima volta che sono entrata in una chiesa è stato per il funerale di mio padre più di dieci anni fa. Temo che quella croce non funzionerebbe granché per me adesso.-

-Ma funzionerebbe per lui.- ribatte Chelm -Mi dia retta: le precauzioni non sono mai troppe.-

            Victoria si mette la croce al collo ed avanza verso Dracula che alza lo sguardo verso di lei.

-Victoria Bentley!- esclama -Sei venuta a vedere il mostro?-

            L’amarezza nella sua voce è palpabile e spinge Victoria a mettergli una mano su una spalla.

-Non vedo mostri, Frank.- risponde -Perché tu sei Frank Drake, vero?-

-Ma per quanto ancora? Lo sento che preme per uscire, per riprendere il controllo e non so quanto io e Hannibal King potremo trattenerlo. E poi c’è la sete. Diventa sempre più forte… il desiderio di affondare i canini nel collo di qualcuno e bere il suo sangue. La sento e diventa sempre più intensa. Presto non sarò più in grado di resisterle e lui avrà via libera.-

 

            Non molto distante da lì Constance Johanssen entra nella stanza dove si trova Kate Fraser.

-Come sta?- chiede.

-Apparentemente bene… almeno fisicamente.- risponde un medico -Tuttavia non si sveglia.-

            La poliziotta si avvicina alla collega sdraiata su un lettino. Non si trovano molto simpatiche l’un con l’altra, ma Fraser è una donna in gamba e questo guaio non ci voleva.

-Si sveglierà?- chiede.

-Potrebbe accadere tra un minuto o tra un anno. Non ne sappiamo abbastanza su queste cose, purtroppo. La mente umana è ancora un mistero su molti fronti.-

            Bella frase, pensa Constance, me la segnerò da qualche parte.

 

 

4.

 

 

            Blade corruga la fronte. Vederlo sorridere è forse un evento più raro dell’allineamento dei pianeti ma stavolta la sua espressione è più cupa del solito.

-Il Serpente.- ripete -Il Serpente.-

-Non… non penserete che alluda a quel Serpente, vero?- chiede con voce preoccupata Rebecca Adamson -Vero?-

            Il silenzio è la sola risposta, un silenzio che è rotto improvvisamente dalla voce di Marie Laveau:

-Set… il dio serpente primordiale dalle sette teste. Preferirei avere a che fare con Mefisto o uno qualunque dei suoi avatar che con lui.-

-Set.- mormora Jason Adamson… ma chi o cos’è veramente?-

-Ci sono miti… leggende…- risponde Wayne Logan -... che parlano di esseri potentissimi, incarnazione delle forze del Creato, che erano presenti fisicamente sulla Terra ancor prima della comparsa dell’Uomo. L’archeologia ufficiale le ha sempre liquidate come fantasie ma uno dei miei professori, Daniel Damian, credeva che fossero vere e pensava che quegli “dei” fossero, in realtà extraterrestri.-

-E invece sono nati qui sulla Terra.- interviene Marie Laveau -Si consideravano dei ma presto il seme della corruzione attecchì tra loro e quasi tutti degenerarono in demoni. I loro nomi si sono persi a parte quello di tre: Set, il Serpente, che per primo uccise un suo simile per sottrargli il potere; Chthon, il signore dell’Oscurità, delle forze malevole che si celano nelle viscere della Terra, ed infine Gaea, la personificazione della natura stessa, la sola che non fu corrotta e che per salvare il pianeta generò un figlio a cui dette il nome di Atum e Atum divenne il Demogorgo, l’uccisore di dei, ed uccise tutti i fratelli di Gaea… tranne Set  e Chthon che furono esiliati per sempre da questo piano di esistenza.-

-Fammi capire…- dice Donna Garth -… tu dici che noi siamo arrivati in un tempo antecedente all'esilio di questi… dei primordiali… e che ora ci stanno dando la caccia?-

-Loro o la loro progenie.- risponde la Regina Voodoo di New Orleans –Io li sento.-

            Come a sottolineare quello che ha appena detto si ode un sibilo provenire dalla caverna che hanno appena lasciato.

 

            Victoria fissa negli occhi il vampiro che ha davanti, un gesto che pochi oserebbero fare per paura di cadere vittime del suo incantesimo, una paura che la ragazza ostenta di non avere, ma non è detto che sia davvero così.

-Io posso aiutarti Frank.-

-Aiutarmi?- il tono della voce ora è duro e sprezzante… come quello del vero Dracula, pensa Victoria -… come pretendi di aiutarmi tu, ridicola donna?- si blocca di colpo -No… non volevo dire questo. È Dracula… sta riprendendo il controllo ed o non riesco a trattenerlo ormai.-

-Non ne avrai bisogno.- proclama la maga.

            Si alza in piedi e solleva le braccia verso il soffitto piegando le dita tranne indice e mignolo.

-Io ti invoco, Potente Agamotto. Che la tua luce di verità inondi questo povero essere e divida le sua anima, separi il Bene dal Male.-

            Victoria tace e per un attimo nella stanza c’è solo silenzio, poi il vampiro alza la testa e nel suo volto c’è un sorriso di trionfo.

-Hai fallito, donna.- proclama –Dracula regna supremo.-

            Dracula si guarda attorno ed i poliziotti nella stanza incrociano il suo sguardo. Meno di un istante, forse, ma è comunque troppo: le loro volontà sono catturate.

-Dovrei uccidervi tutti – dice Dracula –Ma …no. Tu…- si rivolge al poliziotto in piedi vicino alla porta -Togli quella treccia d’aglio così che possa uscire da qui.- ora si rivolge a Victoria –Tu verrai con me: mi servirai da pasto più tardi e forse ti permetterò di vivere per servirmi.-

-No!- replica decisa Victoria.

-Tu… mi resisti?-

-Sorpreso? Che misera maga sarei se non sapessi resistere all’ipnotismo?-

-Ma nemmeno il Dottor Strange ci era riuscito[2] e lui è uno stregone molto più potente di te.-

-Ma tu lo avevi preso di sorpresa mentre io sapevo cosa aspettarmi. Ed ora che gli anelli di Raggador ti imprigionino.-

            Gli anelli di materia mistica si solidificano attorno al vampiro.

-Sciocca donna.- la apostrofa lui –Hai dimenticato che posso mutarmi in nebbia e sfuggire alla tua trappola?-

-E tu…- replica Victoria -… tu hai dimenticato che l’aglio inibisce i tuoi poteri mutaforma. Ci sei abbastanza vicino da sentirne gli effetti.-

            Ed infatti la figura di Dracula diventa evanescente per poi risolidificarsi.

-Maledetta cagna.- sibila il vampiro furibondo.

-Mi deludi Dracula.- ribatte la giovane donna –Che ne è della tua maschera da gentiluomo?-

            Dracula sembra voler replicare ma prima che possa farlo accade qualcosa: un raggio di luce penetra dalla finestra. Senza che nessuno se ne accorgesse la notte ha lasciato il posto alle prime luci dell’alba,

-NOO!- urla il vampiro mentre sul suo volto appare un’espressione di intensa sofferenza. Il suo urlo echeggia a lungo nella stanza e lo sentono ancora nelle orecchie l’Ispettore Capo Chelm ed i suoi uomini mentre si risvegliano dalla trance loro indotta da Dracula.

-Che è successo?- chiede un perplesso Chelm.

-Io… io non lo so.- risponde un’ancor più perplessa Victoria Bentley.

            Al posto di Dracula non c’è, come ci si poteva aspettare, un mucchietto di cenere, ma la figura esanime di Frank Drake.

 

            Appena poco prima Rachel Van Helsing è giunta alla cripta dove riposa abitualmente durante il giorno. A fatica si trascina verso la sua bara e vi si adagia. Le energie che l’avevano sostenuta finora vengono meno. La spalla destra le fa un male d’inferno. La pallottola è rimasta dentro e va tolta ma nessun non-morto può farlo perché l’argento gli sarebbe fatale, solo un umano vivo può farlo.

            L’ironia della situazione la coglie d’improvviso: se non avesse avuto tanta fretta di vampirizzare Charles Seward, lui avrebbe potuto estrarre la pallottola ma ora… ha ucciso l’uomo che poteva aiutarla. E intanto l’argento la avvelena lentamente.

            Gli occhi di Rachel si chiudono, ogni parvenza di vita l’abbandona e la vampira precipita in un sonno di morte forse senza sogni.

 

 

5.

 

 

            Frank Drake si guarda intorno perplesso.

-Sono davvero io? sono tornato.- esclama.

-Pare proprio di sì.- conferma l’Ispettore Chelm –E ne sono davvero contento.-

-A quanto sembra, il mio incantesimo ha funzionato a scoppio ritardato.- commenta Victoria -Evidentemente non sono quella grande maga che pensavate.-

-Oh…  a me va benissimo così.- replica Frank mettendole una mano su una spalla -Anche se… se io sono tornato perché non lo ha fatto anche Hannibal King? E se…-

-Non dirlo, biondino.- interviene Constance Johanssen –Ci stavo pensando anch’io,.

-A cosa?- chiede un nervoso Chelm.

-Dracula è scomparso col sole.- risponde, cupo, Frank –Ma… e se fosse ancora dentro di me e aspettasse il momento adatto per uscire…per tornare a colpire?-

 

            Charles Seward giace nel suo letto e sogna. Non sogna di volare ma di cadere, una caduta che non sembra finire mai.

Improvvisamente lo scenario intorno a lui cambia: non sta più cadendo e conosce il posto in cui si trova. Pareti di pietra che trasudano umanità, celle con sbarre per porte e l’odore della disperazione umana. Sa dov’è: è il vecchio manicomio accanto alla casa della sua famiglia. Il suo trisnonno lavorava lì. Oggi è stato ristrutturato ma a quei tempi poveri disperati riempivano le celle e …

“Seward!”

            Da dove viene quella voce? Charles si volta e in una delle celle vede un vecchio… no… non è poi tanto vecchio… è solo malmesso il suo sguardo è spiritato e… Oh Dio sta mangiando delle mosche

“Lei ti sta aspettando Seward”

-Lei… chi è?- ha davvero pronunciato queste parole o l’ha solo immaginato?

“Lo sai chi è… vuole te… non farla aspettare.”

            Urla… o almeno crede di farlo.

 

            Ha fatto un lungo viaggio e si sente stanca. I passanti all’aeroporto di Heathrow non possono fare a meno di notarla: a un fisico da pin up e molti di loro si chiedono dove l’hanno già vista: sulla copertina di qualche rivista patinata forse? Ha lunghi capelli di un colore tra il biondo ed il rosso e gli occhi sotto gli occhiali scuri sono verdi. È consapevole degli sguardi di ammirazione e non solo della maggior pare degli uomini e di quelli di ostilità della maggior parte delle donne e sorride compiaciuta.

            Uscita dall’aeroporto chiama un taxi e gli dà un indirizzo appena fuori Londra. Non aveva molto senso, pensa, prenotare in hotel quando c’è un’intera casa che l’aspetta.

            La giovane donna scende dal taxi paga e contempla la costruzione vittoriana davanti a lei. Si è chiesta spesso perché non avesse buttato via la chiave quando se n’è andata, ma ora è contenta di averla conservata. Tutto sembra com’era allora ma è lei ad essere diversa.

            Danielle Seward è tornata a casa.

 

 

FINE CINQUANTATREESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Non molto da dire su quest’episodio se non che gli dei primevi sono sostanzialmente un’idea di Mark Gruenwald anche se i membri di questo gruppo sono stati creati in precedenza. In particolare:

1)     Set, creato da Robert E. Howard, è stato adattato per l’Universo Marvel da Roy Thomas & Barry Windsor-Smith su Conan the Barbarian Vol. 1° #7 datato luglio 1971.

2)      Gaea è apparsa per la prima volta come Madre Natura in Doctor Strange Vol. 2° #6 datato febbraio 1975 ad opera di Steve Englehart & Gene Colan.

3)     Chthon è apparso per la prima volta su Marvel Chillers #1 datato ottobre 1975 ad opera di Marv Wolfman (soggetto), Bill Mantlo (dialoghi) & Yong Montano (disegni)

Nel prossimo episodio: nuovi arrivi, vecchi vampiri, segreti di famiglia e famiglie disfunzionali e molto, molto altro.

 

 

Carlo



[1]              Nell’episodio #33.

[2]              Su Tomb of Dracula Vol. 1° #44 (Prima edizione Italiana Shang Chi Corno, #52/53.